VENDEMMIA 2015 - QUANTITÀ E QUALITÀ
ASSOENOLOGI CONFERMA LE STIME SULLA PRODUZIONE 2015: QUALITA’ PIU’ CHE OTTIMA, QUANTITA’ TRA I 46 E I 47 MILIONI DI ETTOLITRI DI VINI E MOSTI
Quantità nella media pluriennale più 10% rispetto allo scorso anno. Qualità ad alti livelli, salvo che in poche zone falcidiate da grandine, eccessive temperature e scarsità di precipitazioni.
Grazie ad un inverno ricco di precipitazioni, sia piovose che nevose, le viti hanno avuto modo di "risvegliarsi" in una primavera mite, con una buona riserva idrica. Il germogliamento è risultato anticipato rispetto alla scorsa annata, così come la fioritura iniziata dopo la metà di maggio, a cui è seguita, in molte regioni italiane, un'ottima allegagione.
Gli elementi che hanno caratterizzato quest'annata sono stati il gran caldo dell'estate, con temperature superiori alla norma e la scarsità di precipitazioni per un periodo piuttosto prolungato che in certe zone ha lasciato il segno, così come in quelle colpite da violente grandinate.
Il ciclo vegetativo della vite in generale si è avvalso all'inizio di temperature miti di giorno e fresche di notte, aumentate e diventate, a volte brucianti, dalla seconda metà di giugno e per tutto luglio. L'irrigazione di soccorso si è rivelata fondamentale per affrontare lo stress idrico.
L'andamento climatico e meteorico ha antagonizzato l'insorgere delle principali ampelopatie della vite. I vigneti, in tutt'Italia, hanno quindi goduto di una insolita sanità, i grappoli si presentano sanissimi, nonostante il limitatissimo numero di trattamenti. Dopo Ferragosto la situazione si è nuovamente modificata con provvidenziali precipitazioni e il conseguente abbassamento delle temperature che hanno ristabilito le condizioni ideali per il prosieguo del ciclo vegetativo della vite, riportando la turgidità negli acini a condizioni ottimali. Il mese di settembre è decorso in modo confacente, consolidando la qualità, salvo che in alcune zone falcidiate dalle eccessive temperature e dalla scarsità di precipitazioni.
QUANTITÀ SUPERIORE AL 2014 DEL 10%
Le prime stime di Assoenologi diramate il 29 agosto e confermate a fine settembre dalle nostre 17 sedi periferiche, salvo piccole variazioni riguardanti la Toscana, la Campania e la Sicilia, dicono che quest'anno si produrranno tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino e mosto, a fronte della media quinquennale (2010/2014) di 44,1 milioni di ettolitri e di quella decennale (2005/2014) di 45,5 milioni di ettolitri, un quantitativo superiore del 10% a quello dello scorso anno (42,1 milioni di ettolitri di vino - dato Istat) e del 5% se riferito alla media quinquennale (2010/2014).
Fatta eccezione della Toscana -10% (che però lo scorso anno aveva avuto una vendemmia abbondante), della Lombardia e della Sardegna (produzione uguale al 2014), tutte le altre regioni registrano un incremento produttivo oscillante da +5% (Emilia Romagna) a +25% (Puglia).
La produzione, quindi, ritorna nelle medie pluriennali, dopo i forti decrementi del 2014 (42,1), del 2012 (41,1) e del 2011 (42,7). Le regioni che nel 2014 avevano fatto registrare i maggiori cali rispetto alla precedente annata sono state: Sicilia (-37%), Campania (-28%), Trentino Alto Adige (-24%) e Lazio/Umbria (-20%).
QUALITÀ IN TUTT'ITALIA ASSAI INTERESSANTE
Le buone riserve idriche accumulate hanno determinato una interessante ripresa vegetativa, sfociata in una primavera che ha favorito le fasi fenologiche per lasciare poi il posto ad un'estate calda, mitigata nella seconda metà di agosto da provvidenziali piogge, condizioni che hanno sancito un percorso decisamente positivo della maturazione dei grappoli con l'accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche.
Una situazione, come dicevamo all'inizio, confermata a fine settembre, fatta eccezione di Toscana, Sicilia e Campania, che confermano l'ottima qualità ma, mentre la Toscana passa da -5 a -10%, la Sicilia aumenta da +10 a +15% la quantità e la Campania l'abbatte da +20% a +10% (vedi tabella riassuntiva).
LUGLIO, IL PIÙ CALDO DEGLI ULTIMI DUE SECOLI
Fregetonte, l'anticiclone africano, si è fatto sentire, tenendo l'Italia sotto pressione in giugno e luglio. Al Centro Nord si sono registrate temperature decisamente al di sopra della media e con un tasso di umidità altissimo. Il Sud d'Italia e la Sicilia hanno mantenuto temperature nella norma fino al 9 luglio. Il vento poi ha cambiato direzione spostando le alte temperature al Sud e mitigandole al Nord. Fatta eccezione per alcune zone, l'escursione termica tra giorno e notte ha privilegiato i vigneti mantenendosi su valori accettabili.
A fine luglio Caronte ha continuato a pompare caldo dall'Africa, tanto da portare le temperature a valori molto vicini, e in alcuni casi superiori, ai 40°C in diverse zone della Penisola. Da qui le valutazioni del CNR che ha classificato il mese di luglio 2015 come il più caldo dal 1800, con circa 3,5°C superiori alla media.
Qualcuno dice che non bisogna lamentarsi del caldo torrido di quest'estate perché potremmo rimpiangerlo. Un team internazionale di scienziati, guidato da Valentina Zharakova, afferma che fra quindici anni la terra entrerà in una mini area glaciale, pertanto si prevedono per 10 anni temperature basse ed inverni rigidissimi, tanto che l'attività solare nel 2030 potrebbe ridursi anche del 50% con indubbie ripercussioni sulle colture e quindi anche sulla vite, nonostante la sua grande capacità di adattamento.
In Sardegna, Puglia e Sicilia l'inizio della vendemmia delle uve precoci e di quelle base spumante (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) è iniziata il 3 agosto. In Lombardia (Oltrepò Pavese e Franciacorta) tra il 10 ed il 15 dello stesso mese.
I conferimenti in Italia sono entrati nel pieno a metà settembre e si concluderanno ai primi di novembre con gli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico del Taurasi in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell'Etna.
FONTE: Assoenologi - http://www.assoenologi.it
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